L'assicurazione degli assets aziendali è un'esigenza irrinunciabile per tutte le aziende.
La presenza di adeguate coperture assicurative è anche elemento di valutazione nell'attribuzione del merito creditizio da parte degli istituti bancari.
Partendo da un'analisi dei rischi, azienda e broker individuano le polizze atte a garantire la tutela dei beni contro i rischi ordinari, come l'incendio, lo scoppio, l'esplosione, il fumo, etc., e contro i rischi catastrofali come il terremoto, l'alluvione, l'allagamento, l'inondazione. 
La scelta dei capitali da assicurare e delle franchigie, dell'impostazione del programma assicurativo (con coperture named perils ovvero all risks), la scelta di coperture complementari come quella per guasti delle macchine o per i danni indiretti conseguenti al fermo attività provocato da un sinistro, sono tutti elementi che richiedono una profonda valutazione e un attento lavoro consulenziale.

Particolare attenzione deve essere prestata al valore degli assets e, quindi, ai capitali da assicurare; soprattutto nelle aziende che vantano parecchi anni di attività, indipendentemente dalle dimensioni, può essere difficile valutare il reale valore di macchinari e attrezzature, rappresentato dall'effettivo costo di rimpiazzo con macchinari e attrezzature nuove o equivalenti per caratteristiche e rendimento. Il nostro consiglio è di rivolgersi a società di estimo aziendale; i valori periziati dai professionisti specializzati nella stima dei valori patrimoniali industriali ed immobiliari, oltre ad essere riconosciuti come corretti dalle compagnie d'assicurazione, danno all'azienda assicurata la certezza dell'equo, congruo e più rapido risarcimento in caso di sinistro.


IN PRIMO PIANO: BUSINESS INTERRUPTION (DANNI INDIRETTI)

Quando un’attività produttiva subisce un’interruzione della produzione a seguito di un qualsiasi evento che abbia causato danni ai beni aziendali (edifici, macchinari o merci), al danno materiale e diretto si somma anche un ulteriore e spesso assai grave pregiudizio economico.

E’ evidente che la riduzione o, addirittura, l’interruzione dell’attività, si ripercuotono in modo drammatico sul conto economico di un’azienda, provocando riduzione dei ricavi di vendita, possibili perdite di mercato, spese o quote di spesa non sopprimibili in caso di fermo dell’attività (costi fissi), aumento dei costi di lavorazione dei beni prodotti o di acquisizione dei beni da trasformare o commercializzare.
Sono conseguenze economiche che, rispetto all’evento che le ha originate, possono assumere dimensioni molto rilevanti, non di rado ben superiori a quelle del danno diretto stesso, tanto che possono essere rapidamente esiziali per l'azienda.
Per fronteggiare questo rischio è indispensabile il ricorso ad una efficace copertura assicurativa in grado di sostenere la situazione finanziaria altrimenti compromessa dal sinistro.

Fra le varie forme di copertura offerte dal mercato assicurativo per il ristoro dei Danni Indiretti, la più apprezzata e appropriate ci pare quella che guarda alla perdita del Margine di Contribuzione, costituita dalla differenza tra ricavi di vendita e costi variabili della produzione, oltre alle spese supplementari sostenute dall’assicurato per limitare tale perdita.
Questa formula assicurativa è l'esito di un processo più che secolare del mercato nordamericano; si è affermata in Italia in virtù della sua semplicità e aderenza alla terminologia adottata dalle nostre imprese nella redazione del bilancio civilistico. Due elementi che impattano favorevolmente - rispetto ad altre forme contrattuali - sulla velocità dell’indennizzo: è questo il punto critico di un'azienda scompensata dal sinistro.

Condizione indispensabile per l’operatività di un’assicurazione per i danni indiretti è la contestuale esistenza di una polizza che assicuri i danni diretti (preferibilmente di tipo “all risks”) e che la perdita economica sia conseguenza di un danno diretto indennizzabile da questa polizza.
 

Domande e necessità

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